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Raccolta di poesie di Paolo Ugo Brusa illustrate liberamente da Riccardo Faetanini. Stampate al torchio litografico.

Presentazione

Parentesi

Figure anche inquietanti, segnate da forti tratti, mano di una ‘matita’ (Riccardo Faetanini) in pieno mood gestuale, abbinate a manciate di epigrammi di ispirazione tra l’ilare e il tragico, tra Marziale e Montale, versi stillati da una ‘stilografica’ (Paolo-Ugo Brusa) chimicamente molto reattiva alla semplice presenza del mondo. Provocatorio-programmatica la data (1789), così come il luogo (Cosmopoli), la tiratura limitatissima (35), la rinuncia al copyright e il formato sconveniente (cm 40 x 70). Tutto intenzionalmente predisposto perché l’opera fosse impubblicabile e difficile da collocare anche per il più solerte bibliotecario. Un’edizione-chicca riservata agli intimi, insomma, una doppia prova d’autore su cui privatamente raccogliersi e meditare (o sorridere). Se non che, quanto a questo, gli autori si sono sbagliati di troppo. Oggi Parentesi è in catalogo alla Biblioteca dell’Archiginnasio bolognese, alla Library of Congress di Washington, D.C., e alla British Library di Londra. Soprattutto, con la digitalizzazione, inevitabile la tentazione di rovesciare il contenuto nella leggerezza della Rete, l’opera ormai più comoda da sfogliare di un livre de poche. E così sia. Ma perché, tra tanti vezzi, un titolo di poca fantasia come Parentesi? Per la consapevolezza autoironica di qualcosa – la poesia, l’arte – che per i due autori, in quegli anni post-giovanili, solo sgomitando spazio e rubando tempo si faceva largo tra i famosi ‘doveri’ casa & lavoro, ostili all’estetica non meno che all’erotica. Una parentesi, insomma, aperta e chiusa fra due età scisse, la tarda giovinezza e il ‘dopo’ ignoto, la temibile maturità in cui l’intero vissuto o convergeva in architettura coerente o crollava in una nuvola di polvere.

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